Genere: racconto fantastico – avventuroso
Narratore: interno alla vicenda. Uno dei quattro ragazzi.
Tempo: attuale
Forme verbali: passato
Personaggi: 4 ragazzi: uno spagnolo, un polacco, un italiano e un francese, in gita scolastica nel parco archeologico di Baelo Claudia. Una guida spiega loro il mito di Ercole. Spinti dalla curiosità, i ragazzi si allontano dai propri gruppi e si addentrano in un cunicolo dell’antico acquedotto romano. Giungono in uno slargo sotterraneo al centro del quale … Un enorme forziere, logorato dal tempo,all’interno del quale … Un libro. Con grande curiosità, uno dei ragazzi, comincia a sfogliare le pagine, ed ecco alzarsi una voce: Ercole racconta come aveva posto dei limiti alla conoscenza umana, lì, a pochi km.
Le sue colonne dovevano fermare i navigatori. Oltre non si doveva andare, ma così non è stato, molti uomini non si fermano di fronte a niente. A niente valgono limiti e divieti. Per primo Ulisse osò oltrepassare i limiti e pagò …
Sfogliando ancora il libro, ecco un’altra voce. Si presenta. E’ Enea, che racconta le sue vicende, così, continuando i ragazzi, sentono le testimonianze di grandi uomini della storia che raccontano come loro, in vita e in tempi diversi, hanno osato andare oltre ciò che era già conosciuto. Re Artù, Marco Polo, Cristoforo Colombo, Boleslaw, e ancora altri esploratori che parlano delle loro vicende, man mano che i ragazzi sfogliano il libro.
Il racconto potrebbe proseguire con un ipotetico viaggio dei 4 ragazzi che decidono di esplorare i luoghi di cui avevano ascoltato la descrizione da protagonisti di “folli” imprese coraggiose.
Viaggiano, viaggiano tanto, giungono in Sicilia alla scoperta dei luoghi descritti da Enea: la tomba di Anchise, Erice, Segesta ... Ma c’è ancora tanto da scoprire, proseguono il loro viaggio sulle tracce di ciò che avevano udito.
In Polonia visitano i luoghi che avevano alimentato miti e leggende, raccontate da Boleslaw e, infine, in Francia, alla scoperta di Re Artù.
Allora decidono di avere anche loro uno spazio nel grande libro, tornano a Baelo Claudia e raccontano della delusione, dell’amarezza nel non riuscire più a riconoscere la grandezza dei luoghi descritta dai personaggi da cui avevano ricevuto lo stimolo per conoscere, conoscere, e ancora conoscere, nei luoghi visitati l’uomo aveva lasciato piuttosto squallore e desolazione.
Narratore: interno alla vicenda. Uno dei quattro ragazzi.
Tempo: attuale
Forme verbali: passato
Personaggi: 4 ragazzi: uno spagnolo, un polacco, un italiano e un francese, in gita scolastica nel parco archeologico di Baelo Claudia. Una guida spiega loro il mito di Ercole. Spinti dalla curiosità, i ragazzi si allontano dai propri gruppi e si addentrano in un cunicolo dell’antico acquedotto romano. Giungono in uno slargo sotterraneo al centro del quale … Un enorme forziere, logorato dal tempo,all’interno del quale … Un libro. Con grande curiosità, uno dei ragazzi, comincia a sfogliare le pagine, ed ecco alzarsi una voce: Ercole racconta come aveva posto dei limiti alla conoscenza umana, lì, a pochi km.
Le sue colonne dovevano fermare i navigatori. Oltre non si doveva andare, ma così non è stato, molti uomini non si fermano di fronte a niente. A niente valgono limiti e divieti. Per primo Ulisse osò oltrepassare i limiti e pagò …
Sfogliando ancora il libro, ecco un’altra voce. Si presenta. E’ Enea, che racconta le sue vicende, così, continuando i ragazzi, sentono le testimonianze di grandi uomini della storia che raccontano come loro, in vita e in tempi diversi, hanno osato andare oltre ciò che era già conosciuto. Re Artù, Marco Polo, Cristoforo Colombo, Boleslaw, e ancora altri esploratori che parlano delle loro vicende, man mano che i ragazzi sfogliano il libro.
Il racconto potrebbe proseguire con un ipotetico viaggio dei 4 ragazzi che decidono di esplorare i luoghi di cui avevano ascoltato la descrizione da protagonisti di “folli” imprese coraggiose.
Viaggiano, viaggiano tanto, giungono in Sicilia alla scoperta dei luoghi descritti da Enea: la tomba di Anchise, Erice, Segesta ... Ma c’è ancora tanto da scoprire, proseguono il loro viaggio sulle tracce di ciò che avevano udito.
In Polonia visitano i luoghi che avevano alimentato miti e leggende, raccontate da Boleslaw e, infine, in Francia, alla scoperta di Re Artù.
Allora decidono di avere anche loro uno spazio nel grande libro, tornano a Baelo Claudia e raccontano della delusione, dell’amarezza nel non riuscire più a riconoscere la grandezza dei luoghi descritta dai personaggi da cui avevano ricevuto lo stimolo per conoscere, conoscere, e ancora conoscere, nei luoghi visitati l’uomo aveva lasciato piuttosto squallore e desolazione.
Très belle :D
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